Ad integrazione fotografica di un mio precedente contributo, propongo con emozione e gioia questa antologia d’immagini di Bill Hayes che ritraggono con un discreto senso della distanza fissando con calorosa adesione umana sulle lastre vischiose del tempospazio il dottor Oliver Sacks negli ultimi suoi mesi di vita, ed emerge fin da subito un profilo in carne-ossa molto intimo ma non esibito. Partecipiamo cioè con questi scatti al quotidiano niente affatto rassegnato ma assai laborioso, vivace e vivo dell’uomo di studi sempre curioso come un ragazzino dei suoi oggetti di ricerca pur se d’uomo morente si tratta e questo lo percepiamo noi che osserviamo e lo sa bene lui che si sente inavvertitamente scrutato cosi proprio come fa anch’egli in una delle foto seguenti dove è immortalato mentre sta esaminando alcune farfalle alla lente d’ingrandimento.
Parallelamente al lucido diario della malattia che va man mano redigendo e che ho tradotto sempre in Generi Elementari, questa che segue è una vera e propria “foto-biografia” del poco tempo che resta al grande neurologo colto con sensibilità notevole dovuta senza dubbio ad una profonda intesa confidenziale ad un delicato quanto tacito patto d’amichevole complicità tra il soggetto fotografante e il soggetto fotografato.
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