Arnaldo da Villanova, Liber de Vinis (Trattato sui Vini), Armillaria
Tra le spezie e gl’aromatizzati del Vinum Barbaricum di cui tratta il Da Villanova, alle bevande fermentate odierne, agl’additivi artificiali e ai lieviti industriali della nostra epoca profumistica, iper-tecnologica e post-alchemica… può ancora il vino essere rimedio che:
“…espelle dal cuore la tenebrosa fumosità che genera tristezza ed aiuta nell’indagine delle realtà sottili e nella contemplazione di quelle difficili”?
Qualcuno potrebbe rispondere in rosso:
<<Sí, si può! L’effetto però è migliore se da prima ci accompagna un certo sorriso e si cerca di stare sempre desti.>>
A cui controcanterei in verde:
<<Un certo sorriso potrei irradiarlo pur se oscurato dal barbone; sull’esser desti non si transige, è un vero imperativo categorico da esercitare giorno per giorno come arte della guerra del ben vivere.>>