Cena di metà agosto da Mazzo a Centocelle
Cenare da MAZZO a metà agosto, quando la città è un paradiso sognante di quiete, da Centocelle a Torrevecchia dal Nomentano a Monteverde, predispone all’amicizia, stimola conversazioni più svagate, invita a brindisi meno affrettati, sollecita una visione della vita più distaccata, ci amalgama tutti al Tao:
“La felicità sta nell’assenza della lotta per la felicità.” (Zhuāngzǐ)
Roma a metà agosto – ma dura davvero troppo poco – pare il plastico metafisico, l’abbozzo topografico lunare di un urbanista imbambolato che ha previsto più ruderi, piazzali, spazi aperti, viali con assai meno macchine e ingorghi, pochi sbattimenti, niente agitazioni, zero traffici disumani… una vera e propria città ideale a passo di bipede.
- Insalata di seppie alle erbe con crema di patate e olio all’aglio
- Lingua, uovo, salsa verde
- Alici fritte con maionese all’erba cipollina
- Spaghettone, aglio fresco, funghi shitake, baccalà
- Tagliata di pannicolo e friggitelli
- Biancoviola di Aldo Viola
- Le Trame 2014 di Giovanna Morganti Podere Le Boncie
- ps. La cena era prenotata al secondo turno, quello delle 22.00, così l’aperitivo è stato fatto on the road, con il Weiss Terlaner (fioritura femminile) “Nieren Wein” 2010 di Sebastian Stocker. Seduti alla meno peggio su una panchina scalcinata in uno dei parchetti pasoliniani ai margini della Prenestina in direzione Centocelle, il bicchiere di plastica marchiato Accademia degli Alterati.