Dalla degustazione bendata Alla Cieca per Vederci Meglio messa in piedi assieme a Bevitori Indipendenti al Cave Ox di Solicchiata la sera della vigilia di Contrade dell’Etna il 17 Aprile scorso (2016), ecco che dopo neppure un mese spunta fuori all’improvviso una mirabolante relazione ricostruita con occhio e orecchio precisi, genuina curiosità, partecipata ironia ed efficace senso della misura dall’economista, archeologo e wine enthusiast Keith Edwards riportata nel suo blog: Wine – Mise en Abyme.
Edwards era presente anche lui quella sera alla strabordante degustazione etnea trovandosi in Sicilia – come ben racconta nel suo pezzo – per un giro di perlustrazione enogastronomica europea direttamente dalla sua Orlando (Florida). Avremmo dovuto essere massimo 70 persone ma alla fine eravamo quasi cento cristiani tra gente in piedi e seduti ai tavoli in quella fatidica sera che ancora non mi è ben chiaro – né credo sia chiaro altrettanto a Valerio Capriotti, Alberto Buemi e Sandro Dibella – di come siamo riusciti a sfangarla fino a uscirne vivi.
Traduco quindi di seguito il vivace articolo di Keith: Blind Tasting at Cave Ox, ringraziando innanzitutto il comune amico Brandon Tokash caloroso ambasciatore della Sicilia residente sull’Etna il quale ha fatto scintillare questo stupefacente cortocircuito tra noi fomentati della degustazione bendata, nella medesima serata di cui appunto si ricostruisce qui l’essenza, le ragioni e gl’esiti di fondo catturati con non comune arguzia dallo stesso Keith Edwards.
Queste sono risultate essere dunque le bocce una volta smutandate delle loro bende:
I batteria:
1. Cantine Olivella Catalanesca 2013
2. Filippi Soave Vigne della Bra’ 2013
3. Monte dei Ragni Soave Inamphora 2014
4. Malvasia di Candia Camillo Donati 2012
5. Cidre Brut Eric Bordelet
II batteria:
6. Rosato Le Coste 2014
7. Vittorio Graziano Lambrusco Grasparossa Fontana dei Boschi
8. Masseria del Pino – Rosato Super Luna (Sample not for sale)
9. Francesco Guccione NM (Nerello Mascalese) 2013
10. Eduardo Torres Acosta – Versante Nord 2014
11. Masseria del Pino – I 9 Fratelli Etna Rosso
12. Chateau Las Collas Rivesaltes 1995
Ad ogni modo per gli interessati linko qui il videoclip (a cura di Salvatore Gravina) che testimonia il mood della serata e per chi volesse poi proseguire con ulteriori approfondimenti sul tema sempre in questo mio spazio virtuale da vinosofo ambulante avevo già proposto fondamenti, linee guida e motivazioni generali sia pratiche che teoriche del degustare i vini alla cieca poiché solo così si sente, si giudica e si gusta attraverso i propri occhi naso e bocca scintillanti sciolti da opportunistici vincoli d’ordine sociale e senza quegl’insidiosi condizionamenti del Marketing.
Alla cieca insomma per aprirsi ancor più gl’occhi il palato e la mente!
Accecando le bottiglie di bianchi frizzanti rossi e rosati “ciclopici”, abbiamo inteso così restituire più vista a tutti i sensi di chi s’approccia al vino senza condizionamenti, frigidezze, ansie da prestazione, serietà da beccamorti e ottusi pregiudizi ritrovando così quello stesso vento di scoperta e spirito d’avventura che muove Ulisse, primo esploratore sul mare “color del vino”.
[gae saccoccio]
Degustazione alla cieca al Cave Ox (Solicchiata – Castiglione di Sicilia): il mio primo evento in assoluto sull’isola.
Con un “amico di bevute” ci si stava organizzando per una visita nella provincia della Rioja a fine Aprile. Stavamo decidendo di estendere quel viaggio in modo da poter includere anche le degustazioni di Galloni con Vinous a Londra non appena sono state annunciate. Man mano che si avvicinava la data del viaggio ho cominciato però a pensare che in fondo ero già stato nella Rioja quindi se proprio dovevo ritornare in Europa, forse avrei dovuto visitare un altro posto che non avevo ancora avuto occasione di vedere. Così ho comunicato al mio amico che ce ne saremmo belli che andati sull’Etna!Ho quindi scritto un messaggio a Brandon Tokash (il mio nuovo miglior amico che vive proprio sull’Etna e che ho incontrato la prima volta al IV Winelover Anniversary Celebration di Atene) dicendogli che con un gruppo di amici saremmo andati sull’Etna per un fine settimana. Brandon mi ha subito scritto così: “non puoi venire sull’Etna e non visitare anche il resto della Sicilia”, consigliandomi di prenderci almeno un altro paio di giorni per scoprire anche un’altra parte di Sicilia oltre all’Etna. Mi sono in effetti trovato subito d’accordo con Brandon così proprio assieme a lui avremmo visitato prima altre zone della regione e saremmo poi andati sull’Etna per il fine settimana a visitare alcune aziende vinicole.
Una volta che andavo sul Vulcano più alto d’Europa Brandon ha aggiunto che sarebbe stata un’ottima occasione per me, capitava di lunedì, di partecipare a Contrade dell’Etna – un grande evento dove si ritrovano tutte le aziende dell’Etna con i loro vini in esposizione – e poi visto già che c’ero, la domenica sera prima di Contrade al Cave Ox di Solicchiata avrei potuto anche partecipare all’evento in programma: Alla Cieca per Vederci Meglio. Ed è così che mi sono ritrovato alla fine a partecipare appunto a questa degustazione alla cieca sull’Etna, una domenica sera di metà Aprile.La degustazione comprendeva due batterie – una I batteria di 5 bottiglie e una II batteria di 7 bottiglie – ed è stata condotta da Valerio Capriotti di Bevitori Indipendenti e Gaetano Saccoccio di Natura delle Cose. Gli organizzatori hanno impostato la degustazione alla cieca con l’intento principale di sbarazzarsi del fardello della riconoscibilità di un’etichetta di vino da parte di chi si dispone a degustare. Se l’identità di un vino resta sconosciuta ai degustatori, questi ultimi non condizionati dalle etichette possono concentrarsi meglio sulle caratteristiche prinicipali del vino basandosi maggiormente sui sensi dell’olfatto del gusto e della vista non facendosi influenzare dal marketing.Il Cave Ox si ritrova dentro un cortile interno. Lo spazio di fuori davanti all’entrata è allestito con tavolini da esterno e ancora più su ha un aspetto di giardino rustico contornato di altri posti a sedere. Al nostro arrivo alcune persone erano sia sedute che in piedi a discutere tra loro fuori l’ingresso e Brandon si è fermato a salutare e parlare con ognuno di loro. Ci sono voluti letteralmente 30 minuti prima che dall’entrata riuscissimo a raggiungere l’interno del ristorante dove a quanto pare avremmo dovuto prender posto. Brandon ha stretto ogni mano, abbracciato ogni petto, baciato ogni ragazza prima di arrivare al nostro tavolo. Brandon, che tipo! Dovrebbe proprio considerare l’opportunità di candidarsi a fare il sindaco o qualcosa di molto simile!La serata era al completo oltre ogni dire. Nella sala principale c’erano tre o quattro tavolate disposte in parallelo e altri tavoli aggiunti sotto le due nicchie adiacenti alla sala maggiore. I tavoli erano molto costipati così le sedie erano tutte appiccicate tra di loro tanto da avere un senso d’oppressione e la viva impressione di come possano sentirsi le sardine quando vengono disposte dentro le loro scatolette di latta.
Ammeto di aver avuto una certa apprensione su come potevano andare a finire le cose sapendo che la degustazione sarebbe stata condotta in italiano – la conoscenza del quale per quanto mi riguarda si limita ad alcuni pochi nomi di produttori di Barolo e Montalcino – e non volevo poi di certo gravare eccessivamente sulle spalle di Brandon facendogli sentire che avrebbe dovuto marcarmi a vista al fine di smorzare il mio disagio. Tutte queste mie perplessità si sono comunque disciolte in aria non appena ho visto Gae. Ho riconosciuto il tipo fin dall’aspetto, venuto fuori direttamente dalle strade di Williamsburg a Brooklyn, Gae sembra un hipster di quelli che piacciono a me, gente della mia gente senza dubbio, quindi tutto non sarebbe potuto che andare di bene in meglio!Il discorso d’apertura l’ha tenuto Valerio, un’introduzione piuttosto lunga ma ha mantenuto viva l’attenzione dei partecipanti. Basandomi sui commenti di Brandon sembra che Valerio abbia illustrato una contrapposizione tra vini naturali e vini convenzionali, o, sempre a detta di Brandon, una: “bastardizzazione del vino.” Come Valerio ha finito il suo imbonimento è arrivato il turno di Gae di tirare il suo calcio di rigore e così siamo stati accompagnati per mano nel cuore vivo della faccenda.
La sala era tutto un ronzare e un brulicare delle conversazioni cacofoniche del pubblico intento a tentare d’anticipare l’identità del vino bendato, con la moltitudine dei camerieri saltellanti attorno ai tavoli per servire il vino e degli operatori fotografici intenti a riprendere con video e foto le successioni dell’evento. Appena servita la prima bottiglia il silenzio è calato sulla sala con i partecipanti tutti presi e concentrati a valutare il vino di prima mano. Già dopo le prime annusate e i primi sorseggi il livello del rumore di fondo si è nuovamente rialzato con la gente che cominciava a descrivere le proprie sensazioni al riguardo azzardando ipotesi e supposizioni sull’identità del vino in questione.
Il giovane seduto proprio di fronte a me (Dimitri Lisciandrello) ad esempio ne ha fatto un vero caso appassionato in merito alla sua convinzione su che tipo di vino si trattasse e alla fine, per quanto la sua ipotesi sembrasse contro corrente: “un bianco campano”, si è rivelata essere proprio quella giusta nel frattempo che gli altri partecipanti erano invece quasi tutti completamente orientati verso un’altra idea, tipologia di vino e regione vinicola.
Questa procedura, inclusi i dialoghi fra “i deputati” e i commenti dagli “imputati” in aula si è ripetuta per ogni vino e per tutta la prima batteria.
Cave Ox è particolarmente famoso per la sua ottima pizza, quindi dopo averci servito un gustosa serie d’attraenti antipasti siamo stati intrattenuti con una successione di ancor più allettanti e clamorose tipologie di pizza. Brandon sempre accanto a me e sempre così disponibile man mano mi aggiornava sui nomi e gli ingredienti di ogni tipo di pizza, su chi fossero gli altri partecipanti alla serata, le loro connessioni alle aziende vinicole visto che quella stessa sera la gran parte dei componenti del pubblico erano tutti chi produttori chi enologi chi vignaioli o comunque tutti in un modo o in un altro coinvolti nel mondo del vino.Alla fine della prima batteria tutti i vini sono stati rivelati uno ad uno. Ad ogni scoperta di bottiglia è seguito un dialogo piuttosto animato tra il pubblico e gli organizzatori, una discussione che presumo esser stata assai istruttiva e ben informata.Insomma, alla fine della serata non conoscevo neppure un’etichetta di tutti e 12 i vini scoperti ma l’intera esperienza mi ha davvero aperto gl’occhi.
C’è sicuramente maggior interazione e coinvolgimento in questo modello di degustazione che nei convenzionali format d’assaggio del vino con un oratore che conduce la parata. E veramente devo dire che bere alla cieca così mi ha quasi costretto ad usare tutti i sensi per scovare le caratteristiche nascoste dei vini sebbene non avessi alcun riferimento o parametro dalla mia parte su cui fare affidamento per una comparazione e un confronto.
Sono poi rimasto molto impressionato da un dialogo che si è sviluppato verso la fine della serata.
Appurato che il pubblico si componeva dei massimi produttori e chef della regione, un dibattito di considerevole portata filosofica è esploso verso la fine. Non ho potuto comprenderne le parole ma ne ho intuito pienamente il senso, le emozioni e le radicate convinzioni che lo animavano. Ah in quel preciso momento, quanto ho desiderato essere una mosca sul muro.