Sancho Panza e Barbacarlo la sostanza di cui è fatta la luce
Nel 1637 Cartesio pubblicava La diottrica (La dioptrique) uno studio sui fenomeni dell’ottica, quali la rifrazione e la diffrazione.
[Nel 1665 viene pubblicato – postumo – il trattato “De Lumine” di Francesco Maria Grimaldi, gesuita con interessi per la fisica e l’astronomia.]
Allo stadio attuale delle conoscenze acquisite sulla natura della luce, le teorie di Cartesio che implicavano comunque un movimento iniziale innescato da un qualche Dio, sono ipotesi oggi alquanto datate.
Ieri sera, 13 dicembre del 2016, dopo 379 anni dal testo scientifico di Cartesio, sorseggiando:
• Vino Bianco Sancho Panza 2013 (Igiea e Guido Zampaglione – Tenuta Grillo)
• Vino Rosso Barbacarlo 1996 (Lino Maga)
ho compreso qualcosa di più circa la sostanza di cui è fatta la luce che si propaga nel mondo con moto ondulatorio. Ho forse colto meglio il senso della sorgente di luce che si frange e riflette da un corpo all’altro dello spazio racchiudendosi in un’essenzialità di bevanda spremuta nel tempo da grappoli raccolti al fine di distinguere buonissime uve a bacca bianca e bacca rossa.