Choko 2010 – La Cote des Vins/Wine Prices, France Europe et Monde – Éditions Intemporel (Arthur, Marc-Henri et Stanislas Choko)
Choko 2010 – La Cote des Vins/Wine Prices, France Europe et Monde – Éditions Intemporel (Arthur, Marc-Henri et Stanislas Choko)
Godfrey Spence, Guida Completa al Porto, Idealibri, Rimini (2000). Titolo originale The Port Companion, traduzione: Raffella Grasselli [Quintet Publishing Ltd, 1997]
Siegfried Kracauer, Il Romanzo Poliziesco. Un Trattato Filosofico, Editori Riuniti, Roma (1997).
Titolo originale: Der Detektiv-Roman. Ein philosophischer Traktat by Suhrkamp Verlag 1971 traduzione di Renato Cristin
Chassagne-Montrachet rosso di Ramonet. Ecco qui una denominazione che è meglio conosciuta per i bianchi piuttosto che per i rossi.
Anche se è solo un “generico” Chassagne rouge village di Ramonet, quello che apprezzo di più in questo tipo di Pinot Neri è la semplicità sostanziosa del frutto, un tannino cristallino, la leggerezza d’un affinamento in legno assai ben bilanciato, la felice semplicità – che non è la stessa cosa di banalità – di bere una bottiglia anche soli ma arrivare tranquillamente al fondo senza neanche accorgersene. Apprezzo davvero molto vini così nitidi e sobriamente ben fatti che mi lasciano nella memoria dal primo fino all’ultimo sorso e per tutta la durata della boccia, una genuina impressione di bevanda franca che zampilla naturaliter anche se solo grazie alla mano rispettosa dell’Uomo, dalla vite alla cantina al tavolo, quadrando così il cerchio della bontà e della correttezza sia al naso che alla bocca quindi allo spirito.
Mi piacerebbe ora si provi ad immaginare anche l’abbinamento però. La polenta più deliziosa della mia vita con cime di rapa e scaglie di pecorino sardo preparata con austera eleganza e aristocratico understatement dall’amico Filippo Volpi dunque assieme a lui gustata a cucchiaiate preziose – una più speciale dell’altra – accucciati davanti al tepore confidenziale del camino, il calice rubino dello chassagne 2012 sempre accanto – finché è durato – quasi fosse un talismano di rara gioia corporea e psichica armonia, con l’animo tutto slanciato, socchiuso agli adescamenti di alcune vigorose chiacchiere ∗bioselvatiche (∗Copyright di Filippo Volpi).
È questo di cui si tratta un Prosecco Superiore Brut/Metodo Classico che fa affinamento sui lieviti al termine della seconda fermentazione in bottiglia. Il mio caro amico #SilvanoFollador crede fermamente nell’enorme potenziale di rifermentazione in bottiglia e nella sboccatura rispetto al metodo Charmat o al “sur lie” (col fondo) che possono risultare talvolta troppo abboccati se non – salvo rare e mirabolanti versioni – instabili proprio in ragione della presenza dei lieviti sospesi nel liquido. Acidità, pulizia e solari sensazioni salate è questo ciò di cui Silvano va continuamente alla ricerca nei suoi Prosecco e devo ammettere che queste sono tutte caratteristiche ho ritrovato senz’altro anche in questo Dosaggio Zero del millesimo 2010 che m’ha lasciato dritto in bocca fin da subito una sensazione rurale d’agrumi e nespole appena colti dal ramo e subito spremuti nel calice.
In abbinamento francescano su fetta di pane tostato ai ferri della cucina economica, sia con pomodorini gialli invernali, capperi di Salina e un qualche frammento di pecorino toscano a latte crudo (concepito e stagionato alla maniera sarda), ma anche con broccoletti di campo e ovetto sodo condito da un filino di extra-vergine d’oliva del buon pepe e 3 – giusto tre – goccioline di succo da mezzo limone proveniente dall’hortus conclusus sotto casa di mamma e papà.
Pellegrino Artusi, Autobiografia, Arcigola Slow Food Editore, Bra (1999)
R. Ciardiello – I. Varriale, Cibus. I Sapori dell’Antica Roma, Valtrend Editore (Malazé, l’evento archeoenogastronomico dei Campi Flegrei) 2010
Paolo Milano, Note in Margine a una Vita Assente, Adelphi, Milano 1991
Uno dei titoli più luminosi di sempre: “Note in Margine a una Vita Assente”.
#PaoloMilano è stato un letterato raffinatissimo, giornalista acuto, geniale cronista di idee; sua la rubrica su L’ Espresso intitolata: “Il libro”, da lui curata dal 1957 fino all’aprile 1986.
Milano è stato un illuminato spirito enciclopedico, un cittadino del mondo, razza d’intellettuale ormai estinta più dei dinosauri in quest’Italietta sempre più analfabetizzata, l’Italia agra e provincialotta del volemose bene, dell’arraffa-arraffa e del macchí te se ‘ncula!
Robert Michel è una vera istituzione vivente quando si tratta di Cornas e dei vini di questo incredibile territorio. In realtà proprio la vendemmia 2006 è stata, ahinoi, anche la sua ultima annata prima di ritirarsi a vita privata, anche se ha continuato ad incoraggiare concretamente mettendo a disposizione del talentuoso amico, il vigneron Guillaume Gilles, tutta la sua esperienza i consigli preziosi e il saper-fare accumulato da una vita di lavoro in vigna e ricerca continua in cantina.
La Cuvée des Coteaux che si beve qui viene da due parcelle: Les Chaillots e Le Quartier de Renard. Michel fin dal 1975 ha prodotto dei vini severi e senza compromessi, tradizionalmente austeri, longevi per definizione. 5 gl’ettari, raccolta manuale, fermentazione delicata a raspo intero, invecchiamento del vino in “demi-muid” botti grandi di dimensioni anche sui 600 lt. È davvero una disdetta per tutto il mondo – del vino ma non soltanto – che un vigneron di una tale maestria e grazia non faccia più questi suoi irripetibili succhi di gioia.
Ad ogni buon conto, quello che ci troviamo ora qui nel calice è proprio un vino patriarcale: potenza e delicatezza ad un tempo; purezza e classe senza necessariamente risultare sofisticati, ecco dunque svelato tutto quello che amo in questo tipo di vini! Sono passati 10 anni eppure sembra imbottigliato giusto ieri quanto ad integrità, vibrazione epidermica e pulizia, finezza di trama e freschezza di polpa davvero imbarazzanti, meglio, da far imbarazzare a morte e seppellire in contumacia una volta e per sempre tanti ma tanti presunti – presuntuosi – produttori di vino a piede libero in circolazione oggi per sagre, anteprime, benvenuti, festicciole a scrocco, manifestazioni, festival, degustazioni, fierette cadaveriche e funeree Fiere della Vinità. Beh, che altro aggiungere? Dioniso crocifisso benedica Robert Michel e la sua bevanda solenne non solo nel presente ma per tutta l’eternità!
Kermit Lynch, Adventures on the Wine Route. A Wine Buyer’s Tour of France, North Point Press (Farrar, Straus and Giroux), New York 1988
Magnifica lettura del 1988, illuminante ancora oggi e per nulla datata.
Libro che meriterebbe un editore in Italia ma non avendolo mai avuto dovrei allora armarmi io d’energia di molto tempo e di nessun denaro per tradurlo da me, capitolo dopo capitolo e quindi presentarlo a episodi sul mio #naturadellecose.
È questo il racconto in prima persona delle avventure di viaggio sulle strade del vino in Francia d’un personaggio tanto inimitabile quanto fondamentale alla storia del commercio e dell’importazione della bevanda d’uva in USA ovvero il leggendario Kermit Lynch Wine Merchant
Norman Douglas, Vecchia Calabria, Firenze, Giunti Martello 1967/1978. Titolo originale Old Calabria, traduzione di Grazia Lanzillo e Lidia Lax
Max Schur, Il Caso di Freud. Biografia Scritta dal Suo Medico, Editore Boringhieri, Torino 1976. Titolo originale: Freud Living and Dying, International Universities Press, New York 1972, traduzione a cura dello Studio Editoriale Poligramma. Edizioe Italiana a cura di Armando Guglielmi.