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Calder/Cage – La fascinazione del Caso e del Caos

21 Febbraio 2023
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Alexander Calder, Mobile c.1932

Calder/Cage – La fascinazione del Caso e del Caos

Alexander Calder (1898-1976), sospendendo le forme che si muovono con il flusso dell’aria, Calder ha rivoluzionato la scultura del XX secolo. Marcel Duchamp ha soprannominato queste opere “mobili“. Piuttosto che un oggetto solido di massa e peso, ridefiniscono continuamente lo spazio intorno a loro mentre si muovono. Il sottile equilibrio di forma e colore di Calder ha portato a opere che suggeriscono una versione animata dei dipinti di un amico come Joan Miró. La scultura che inventa un proprio tentativo di moto browniano. Questo Mobile tiene in equilibrio varie forme sospese nell’aria, spostate da correnti d’aria casuali. In tal modo, alla scultura vengono dati movimenti aleatori a seconda della temperatura e degli spettatori nell’ambiente. In effetti, è stata questa scultura aerea di Calder ad ispirare la musica aleatoria di Earle Brown e Morton Feldman.

Come ha sottolineato più di un critico musicale John Cage (1912-1992) è stato forse il compositore americano che più di tutti ha avuto un impatto decisivo sulla vocazione sperimentale della musica nel XX secolo. Cage è stato anche scultore, pittore, poeta, filosofo, teorico musicale, polemista, provocatore. Orecchio aperto a ogni suono, rumore, gesto. Mannaggia che non ho visto i suoi allestimenti di pittura a Perugia nel 1995, ero anche io là in quel momento, al primo anno d’università e come un coglionotto ventenne imberbe neppure me ne sono accorto che la città ospitava una sua mostra. Ci ripenso ora dopo quasi 30 anni e mi sale il nervoso assieme a tanta malinconia per le cose perdute. In lui lo sperimentalismo nasce dall’idea di non separare l’attività artistica dalla quotidianità. Stimolato dalle ricerche dell’arte povera, impiega oggetti di uso comune, tazzine, cerchioni d’auto, gomme, viti, oggetti metallici vari infilati tra le corde del pianoforte così da avvilirne il suono romantico. Una vera e propria manipolazione degli strumenti tradizionali per distorcerne il suono, vedi ad es. il Concerto for prepared piano and orchestra del 1951.

Hans Richter, Dreams that money can buy (1947)

Nella scrittura musicale è assai disposto alla libertà e al gioco recuperando atteggiamenti Dada (Music for Marcel Duchamp, 1947) o riconsiderando le conquiste di Satie. Questo breve pezzo ipnotico e misterioso, è stato originariamente scritto per la sequenza con Marcel Duchamp nel film di Hans RichterDreams That Money Can Buy“. Il pianoforte è preparato con pezzetti di gomma e altre guarnizioni con un piccolo bullone posizionato con precisione per enfatizzare le armoniche delle corde che fanno suonare il pianoforte come una sgangherata e ubriaca banda di paese.

Il Musikalisches Würfelspiel di Mozart (Gioco di dadi musicali) (1792), ad esempio, è un minuetto realizzato tagliando e incollando insieme sezioni prescritte determinate dal lancio di un dado. Seguendo un’ispirazione simile, Marcel Duchamp compose Erratum Musical (1913) estraendo casualmente da un cappello venticinque note. Duchamp ha scritto il pezzo per le sue due sorelle e per se stesso – ogni parte è incisa con un nome: Yvonne, Magdelaine, Marcel. Le tre voci sono scritte separatamente e non vi è alcuna indicazione da parte dell’autore se debbano essere eseguite separatamente o insieme in trio. Nel comporre questo brano, Duchamp ha realizzato tre serie di 25 carte, una per ogni voce, con una sola nota per carta. Ogni mazzo di carte era mescolato in un cappello; quindi estraeva dal cappello una alla volta le carte e annotava la serie di note indicate dall’ordine in cui erano state estratte. John Cage, sempre seguendo Duchamp, scrisse Music of Changes (1951) per dare agli esecutori musicali la libertà di creare suoni imprevisti durante la performance.

Tra gli anni 40 e i 50 studia la filosofia zen che lo spinge a ribaltare i concetti tradizionali del suonare e del comporre. Da cui deriva l’eliminazione dell’aspetto soggettivo nella composizione, l’annullamento della gerarchia tra suono e rumore e della barriera interprete auditorio. La casualità (l’alea) della composizione prima e dell’esecuzione dopo. La fascinazione per il caos, il disordine, il moto browniano. Dal 1954-1958 viaggia spesso per andare a Darmstadt. La potente influenza del pensiero asiatico è una costante sui musicisti più sperimentali del XX secolo si vedano Scelsi e Partch su tutti. Prende grande ispirazione dall’I Ching della Cina, l’antichissimo libro oracolare dei mutamenti, testo sacro della numerologia orientale. Mentre dallo Zen indiano come accennato sopra, ha appreso il concetto della fisicità e della non intenzionalità dei suoni e l’uso del silenzio che sublimerà nella celebre 4’33 (1952) dove un concertista se ne sta seduto a un pianoforte senza suonare, così da evidenziare solo i suoni e i rumori della sala.

John Cage, Silenzio (Il Saggiatore)
Conversazioni con Joan Retallack, Musicage (Il Saggiatore)

Nella conferenza del 1957, Experimental Music, ha descritto la musica come “gioco senza scopo” cioè “un’affermazione della vita – non un tentativo di portare ordine dal caos né di suggerire miglioramenti nella creazione, ma semplicemente un modo di svegliarsi per davvero alla vita che stiamo vivendo”.

Approfondimenti

John Cage, Fontana Mix, 1958
John Cage watercolour

Stella/Riley – Minimalismi fluttuanti della variazione-ripetizione

30 Gennaio 2023
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Frank Stella (1936), The Marriage of Reason and Squalor II (1959)
Frank Stella, Black Study I (1968)
Frank Stella, from Black Series I (1958-1960)

Stella/Riley – Minimalismi fluttuanti della variazione-ripetizione

Terry Riley (1935) influenzato da musicisti leggendari come Coltrane e Cage, matura sempre più un’attrazione verso la musica d’avanguardia e l’improvvisazione musicale pura. Si appassiona al misticismo indiano e alle musiche orientali sotto la guida del maestro Pandit Pran Nath.

Il suo primo disco del 1960-1962 gli anni della collaborazione con Richard Maxfield, si intitola Mescalin Mix ispirato dagli esperimenti di Riley con la mescalina, in linea con “Fontana Mix” di John Cage, un’Aria per voce e nastro magnetico (1958), dedicata a Cathy Berberian. Il testo dell’Aria di Cage utilizza vocali e consonanti, parole dall’armeno, dal russo, dall’italiano, francese e inglese. La notazione consiste fondamentalmente di linee ondulate in diversi colori e 16 quadrati neri che denotano rumori vocali “non musicali”. I colori indicano diversi stili di canto, determinati nell’interpretazione del cantante. Anche qui è utile far risaltare la sinestesia di colori e suoni/rumori, una prassi filosofico-magico-poetica che rimarca il gioco plurisensoriale a fondamento della compilazione e scrittura di queste mie pagine virtuali. È nota la definizione di Cage sullo scopo spirituale della musica:

Rendere sobria e calmare la mente, così da avvicinarla all’influenza divina“.

Lo stesso Riley considerava il proprio pezzo di “musica” Mescalin Mix, il più strano che avesse mai creato, utilizzato poi dalla leggendaria coreografa Anna Halprin.

Bizzarra ma con una sua logica interna la scelta di alcuni titoli tipo Alba del collezionista di sogni planetari (1981) scritto per il Kronos Quartet.

I titoli sono complementari alla musica, anzi sono parte di essa, perché fanno parte dell’ispirazione.” Terry Riley

Del 1964 è il suo In C (per qualsiasi strumento a tastiera), che contribuisce a rendere popolare il musicista, tra gli esponenti di punta del minimalismo americano.

La particolarità del brano derivava dai 53 fraseggi musicali di cui è composto che possono essere ripetuti ad arbitrio e arrangiati a discrezione di qualsiasi musicista si assuma l’interpretazione del brano, il cui numero può variare da una performance all’altra. Basandosi sulla pulsazione continua di una singola nota, costruisce una trama di variazioni-ripetizioni, creando un flusso sonoro perpetuo.

Le indicazioni di esecuzione prescrivono anche che i componenti dell’ensemble cerchino per quanto possibile di non sfasarsi di più di due-tre frasi fra loro. I principi aleatori evidenti nella libertà affidata agli interpreti in fase d’esecuzione e nell’utilizzo dell’elettronica saranno applicati anche in A Rainbow in Curved Air (1968), Persian Surgery Dervished (1972), e in The Harp of New Albion (1986). La composizione nasce quindi con l’intento di prospettare infinite possibilità interpretative e si conferma come una pietra miliare del repertorio minimalista.

Annuncia così un nuovo stile musicale composto da frasi miste e ripetute a loop come in un mantra eterofonico della durata variabile di 45 minuti o di un’ora e mezza. L’eterofonia è una particolare forma di polifonia nella quale più musicisti eseguono contemporaneamente la stessa melodia, uno di loro rispettandone la forma originale e gli altri introducendovi piccole variazioni e ornamentazioni. Tali variazioni possono essere sia codificate che improvvisate.

Si tratta di un procedimento tipico delle civiltà musicali extraeuropee, per esempio quelle est-asiatiche o del mondo arabo, ma già in uso nell’antica Grecia. Vedi il gamelan giavanese e il gagaku giapponese.

Sempre nel 1964, l’anno di In C, Elliott Carter aveva composto il suo Concerto per pianoforte, un’opera che Stravinsky considerava un capolavoro. Nel 1965 Berio presentava Laborinthus II, e avrebbe presto iniziato la Sinfonia ultimata nel 1969 per orchestra e otto voci amplificate, un’opera classica post-seriale innovativa, con più cantanti che commentano argomenti musicali (e altri) mentre il pezzo si snoda attraverso un viaggio apparentemente nevrotico di citazioni e passaggi dissonanti. Le otto voci non sono usate in modo classico tradizionale; spesso non cantano affatto, ma parlano, sussurrano e gridano parole di Claude Lévi-Strauss, il cui Le cru et le cuit fornisce gran parte del testo, estratti dal romanzo di Samuel Beckett L’innominabile, istruzioni dagli spartiti di Gustav Mahler e altri scritti.

Karlheinz Stockhausen invece nel 1965 aveva appena finito di comporre Momente per soprano, 4 gruppi vocali e 13 strumenti (ascoltalo qua). Nel contesto di questi altri lavori e della miriade di stili e tendenze compositive che li hanno preceduti, In C stravolge l’intera idea di “progresso” musicale.

Nel 1990, in occasione del 25° anniversario della sua prima pubblicazione, Riley decide di mettere in scena una performance celebrativa di “In C” .

Nel 2015 per il 50° anniversario nasce In C Mali un album in collaborazione con Africa Express un ensemble di 17 musicisti africani che reinterpretano la storica composizione di Riley.

Approfondimenti: