Nel giro di una settimana – una bottiglia sull’Etna al mitologico Cave Ox di Sandro Dibella con pasta ai grani antichi e salsiccia al ceppo, l’altra a Roma da Roscioli in abbinamento sul bombolotto all’amatriciana ad altissimo livello – ho bevuto 2 differenti versioni, memorabili entrambe, dello Champagne A&J Beaufort: il Polisy Réserve Brut e il Rosè. Per tutti e due i vini ho percepito nel bicchiere una stessa vibrazione psichica, un prepotente sentimento di bellezza-e-bontà sferica immaginando queste bottiglie quali valve di un’ostrica entro cui – tempo al tempo – si deposita il carbonato di calcio che poi cristallizza nella “conchiglia in vetro” come una vera e propria perla vivente di champagne!
ps.
Le Migliori 99 Maison di Champagne (Edizioni Estemporanee) per approfondimenti ulteriori sul Beaufort.